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Filiera corta e filiera lunga: facciamo chiarezza
In Italia l’alimentazione ricopre un ruolo non solo economico ma anche culturale e il settore agroalimentare è estremamente importante per l’economia del nostro Paese.
Il concetto di filiera indica l’insieme di tutte le fasi attraverso cui un prodotto alimentare arriva fino al piatto del consumatore a partire dalla produzione della materia prima. Possiamo quindi pensare alla filiera come alla storia del viaggio compiuto dal nostro cibo, partendo dai produttori fino ad arrivare nei supermercati, nei negozi, e nella ristorazione.
La filiera agroalimentare può essere lunga o corta, a seconda del numero di passaggi produttivi, di trasformazione e di figure professionali coinvolte in tutte le fasi. Una filiera lunga comprende un elevato numero di fasi e di soggetti, soprattutto intermediari e distributori; generalmente le aziende agricole sono i fornitori delle materie prime come frutta e verdura, carni o latte, ma senza di fatto avere un ruolo centrale. Questa distanza rischia di far perdere il contatto diretto tra consumatore finale e produttore agricolo.
La filiera corta, invece, è un’alternativa che permette la valorizzazione dei produttori, della qualità del prodotto e di un approccio “dal produttore al consumatore” che spesso si indentifica anche con una ridotta distanza in km tra loro. Vediamo meglio le caratteristiche di questo tipo di filiera.
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Cosa si intende con filiera corta
La filiera corta si distingue per il numero limitato e circoscritto di passaggi produttivi e di figure professionali coinvolte. In particolare, vengono eliminati o ridotti il più possibile gli intermediari, in modo da avere meno passaggi tra produzione iniziale delle materie prime e arrivo al consumatore e seguire una filosofia km zero.
La produzione agricola è la prima fase della filiera. In questo passaggio vengono prodotte le materie prime di origine animale e vegetale derivanti da agricoltura, allevamento, pesca. Da qui il prodotto passa attraverso diversi passaggi di trasformazione e lavorazione, che, nella filiera corta, vengono ridotti al minimo o compiuti dalle stesse aziende agricole, per poi arrivare al confezionamento.
Trasporto e logistica sono l’ultima fase della catena, in cui i prodotti agricoli ormai finiti vengono commercializzati ai consumatori.
Per ridurre ulteriormente i vari step della filiera, si può prevedere la distribuzione tramite vendita diretta, anche online, mercati locali, gruppi di acquisto solidale (GAS), commercio all’ingrosso o tramite piccoli commercianti locali.
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I vantaggi della filiera agroalimentare corta
Una filiera semplice e con pochi passaggi presenta numerosi aspetti positivi, sia per i produttori che per i consumatori e per l’ambiente. Vediamoli tutti.
Realtà territoriali e chilometro zero
Questo genere di filiera sostiene lo sviluppo delle economie e delle realtà locali, supporta la comunità e valorizza territorio, tradizioni e tipicità regionali. Un consumo e una spesa consapevoli da parte di tutti noi consente di premiare le aziende locali e di avere una filiera più equa e con minor impatto ambientale.
Sostenibilità ambientale e filiera trasparente
La filiera corta permette di avere una maggiore trasparenza e tracciabilità, strumenti importantissimi per raggiungere nuovi livelli di sostenibilità, responsabilità ambientale e sicurezza alimentare.
Qualità
Le filiere corte si concentrano maggiormente sulla qualità dei prodotti, la loro freschezza e stagionalità. È più facile verificare la provenienza degli alimenti e di quelli che hanno certificazioni come DOP e IGP.
Ruolo centrale dei produttori
Nelle filiere lunghe, la categoria dei produttori perde la sua centralità, e si riducono i margini di guadagno per avere un risparmio. La filiera corta rimette al centro gli agricoltori, i contadini, gli allevatori e i loro animali, stabilendo un contatto diretto con i consumatori
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